Morta Lilli Carati: dalla commedia sexy anni ’70 alla droga

Addio a Lilli Carati. L’attrice varesina è morta nella notte tra il 20 e il 21 ottobre a 58 anni.

Rivelatasi negli anni 70 con film di genere e commedie sexy come “Il corpo della ragassa”, divenne celebre poi per il suo passaggio al porno e per la tossicodipendenza, fino al ritiro dalle scene per chiudersi in una comunità di recupero. La Carati era malata da tempo.

La vita di Ileana Caravati, questo era il suo vero nome, non è mai stata facile. Almeno da un certo punto in avanti.

Dopo gli inizi come modella, venne subito scelta per alcuni film di genere dove la sua fisicità era un elemento centrale.

Il più celebre fu “Avere vent’anni“, di Fernando Di Leo, accanto a Gloria Guida, anche se la celebrità presso il grande pubblico arrivò con alcune commedie di Pasquale Festa Campanile, come “Qua la mano” accanto ad Adriano Celentano e soprattutto “Il corpo della ragassa”, con Enrico Maria Salerno.

Una storia tratta da un libro di Gianni Brera, dove la ragassa era lei e, manco a dirlo, il corpo era tutto suo. Un corpo che da benedizione si trasformò presto in maledizione.

Una volta infilatasi nel tunnel dell’eroina Lilli trovò nel passaggio al porno il modo piùà facile per mantenere la sua tossicodipendenza. Pochi film, totalmente girati sotto l’effetto della droga, con uno sguardo assente che la diceva lunga e poi l’unica possibilità di sopravvivere: il ricovero in una comunità.

Fine della carriera ma non fine dei dolori: tra il 1988 e il 1989 tentò due volte il suicidio. In anni recenti sembrava aver fatto pace con i propri fantasmi, al punto da andare più volte in tv a raccontare la propria storia e nel 2011 era tornata anche a recitare nel thriller “La fiaba di Dorian”. Un progetto interrotto dopo poche sequenze a causa di un tumore al cervello che la costrinse a una delicata operazione. E che adesso se l’è portata via.

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