Alessandro Preziosi a Natale ci farà compagnia con “La Bella e la Bestia”

RAI FICTION presenta una co-produzione RAI FICTION – LUXVIDE – TELECINCO CINEMA prodotta da Matilde e Luca Bernabei

La Bella e la Bestia, regia di Fabrizio Costa

Cast artistico:

LEON – Alessandro Preziosi

BELLA – Blanca Suarez

HELENE – Lea Bosco

ARMAND – Andy Luotto

ANDRE’ – Jaime Olias

MAURICE DEBOIS – Massimo Wertmuller

ALBERTINE – Cecilia Dazzi

EVELINE – Francesca Beggio

FLORIAN – Andrea Santonastaso

JEROME – Giovanni Calcagno

OLIVIER – Tommaso Ramenghi

CORINNE – Francesca Chillemi

BASTIAN – Alberto Basaluzzo

JULIETTE – Giusy Buscem

PRESENTAZIONE

Una ragazza pura e piena di sogni. Un uomo crudele e tormentato dal suo passato La Bella e la Bestia. Una scommessa per un’anima. La vittoria dell’amore che salva. Una rivisitazione delle fiaba più amata che unisce romanticismo e tensione, avventura e mistero in una storia affascinante e senza tempo.

Dopo i successi di Pinocchio, Le Mille e una notte, Cenerentola, un’altra grande miniserie che parte dall’archetipo di una delle fiabe più note per trasformarla in una fiction per tutta la famiglia.

La Bella e la Bestia è ambientata nella Francia del Settecento (ricostruita nello splendido castello di Aglié in Piemonte).

E’ la storia di un principe, Leon DalVille, un uomo che aveva tutto: amore bellezza, gioventù, e in una notte terribile perse ogni cosa, rimanendo solo e sfigurato. Ma è anche la storia di una fanciulla pura e senza paura. Bella Dubois è una ragazza piena di vitalità e di sogni, che sogna di viaggiare insieme al padre, Maurice, mercante.

Dopo l’incendio che lo ha sfigurato, Leon è diventato un uomo temuto e odiato, un seduttore abituato a giocare con la vita altrui. Un uomo misterioso con il volto in parte celato da una maschera d’argento, che ricorda a tutti di non aspettarsi alcuna pietà… la Bestia.

La vicenda è quella classica, a tutti nota. Coraggio, sacrificio, lotta ai pregiudizi, capacità di mettersi in gioco per amore, fino al lieto fine per Bella, Leon e tutto il paese.

SINOSSI:

EPISODIO 1

Francia, fine Settecento. Questa è la storia di un principe, Leon DalVille, un uomo che aveva tutto: amore bellezza, gioventù, e in una notte terribile perse ogni cosa, rimanendo solo e sfigurato. Ma è anche la storia di una fanciulla pura e senza paura. Bella Dubois è una ragazza piena di vitalità e di sogni, che sogna di viaggiare insieme al padre, Maurice, mercante. Dopo l’incendio che lo ha sfigurato, Leon è diventato un uomo temuto e odiato, un seduttore abituato a giocare con la vita altrui. Un uomo misterioso con il volto in parte celato da una maschera d’argento, che ricorda a tutti di non aspettarsi alcuna pietà…la Bestia. E pietà non riceve nemmeno il padre di Bella, quando, dopo aver perso il carico della sua nave, non sa come saldare il debito contratto con il principe. Davanti a lui una scelta impossibile: o consegna a Leon la sua nave o manda una delle sue figlie a servizio del principe fino all’estinzione del debito. Maurice è già pronto a rinunciare alla sua nave, ma Bella lo anticipa e senza avvertire nessuno si presenta alla villa di Leon per prendere servizio. Leon, intrigato dal coraggio della ragazza, accetta. Per Bella comincia un periodo di prostrazione, ma la sua tenacia e la sua purezza suscitano l’interesse di Leon della cugina di lui Hélène, una donna da sempre innamorata del principe. E’ proprio Hélène (che spera di sottrarsi a un matrimonio combinato per lei dal cugino) a lanciare una scommessa: è sicura che Leon non sarà in grado di sedurre la giovane e virtuosa serva. Leon, punto sul vivo, accetta. Se non riuscirà ad averla entro due settimane, dovrà sposare Hélène, altrimenti la cugina accetterà il pretendente scelto da lui. Comincia così un raffinato gioco di seduzione che confonde Bella, ma non lascia indifferente neppure Leon. Nel frattempo, Bella fa conoscenza degli altri abitati del palazzo: la rigida governante Albertine, il pauroso valletto del principe, Florian, oltre a una piccola “visitatrice abusiva”, Zazie, una bimba del vicino villaggio. Ma a colpire più di tutti Bella è Armand (60), zio di Leon e padre di Hélène, uno stravagante personaggio appassionato di essenze e profumi che vive relegato nel suo laboratorio e custodisce i segreti del passato di Leon. Segreti come quelli che riguardano i misteriosi lamenti che Bella sente di notte in un’ala abbandonata del palazzo e che tutti attribuiscono al fantasma della moglie morta del principe. Una volta, però, mentre cerca l’origine di questi suoni, Bella scopre Leon solo e sofferente e per la prima volta lo guarda con occhi diversi, cerca di consolarlo: tra i due scocca la prima vera scintilla di amore. I segni di questo nascente sentimento, però, vengono colti da Hélène, che gelosa decide di intervenire e svela a Bella la scommessa, facendole mettere in dubbio l’amore che Leon le ha infine dichiarato. Bella scappa, pronta a tornare dal padre. Leon avrebbe perso la scommessa, ma furioso decide di andare a riprenderla per riportarla a palazzo. Avrà anche perso la scommessa, sposerà la cugina, ma Bella è ancora una cosa sua, fino all’estinzione del debito.

EPISODIO 2

Bella, nuovamente “prigioniera”, è prostrata e scivola così in una silenziosa disperazione che presto si tramuta malattia. Ma è proprio la malattia di Bella a compiere il miracolo: Leon prima cerca invano un medico che la salvi, poi, disperato, fa un voto: se Dio salverà Bella, lui cambierà. Quando effettivamente Bella si riprende (anche grazie all’intervento di Armand), Leon è quasi spaventato di fronte all’impegno che ha assunto, ma non riesce più nascondere il suo amore per Bella. Liquida la promessa fatta ad Hélène e promette a Bella che esaudirà ogni suo desiderio. E lei decide di sfruttare il suo ascendente su Leon per offrire una possibilità agli abitanti del villaggio da cui viene anche Zazie. Con l’aiuto di Armand creeranno una fabbrica di profumi che darà lavoro a tutti e una scuola per i bambini. Leon, intanto, ha deciso di chiedere a Bella di sposarlo durante una festa a palazzo a cui parteciperanno anche gli abitanti delle sue terre. Ma di nuovo Hélène trova il modo di rovinare tutto raccontando a Bella che Leon è il vero responsabile della morte di sua moglie…Bella la allontana, ma il seme del dubbio è lanciato e così di fronte alla proposta di Leon la ragazza esita, scatenando il lato più bestiale del principe. Bella è impaurita, ma fortunatamente Leon si pente e le chiede perdono, tanto che Bella accetta di sposarlo; ottiene, però, di andare a trovare il padre per annunciargli il loro matrimonio. Lascia quindi il castello con un anello come pegno: se tornerà entro una settimana recando l’anello, Leon avrà la conferma della sua fedeltà e del suo amore. La gioia in casa Dubois è grande nel riabbracciare la figlia minore. Maurice, Eveline e Andrè, capitano di vascello al servizio di Maurice e da sempre innamorato di bella, festeggiano come se la ragazza fosse tornata in vita…almeno finchè lei annuncia che sposerà il principe! La notizia scatena l’invidia di Eveline, che ruba l’anello di Leon e lo impegna per procurarsi la tanto desiderata dote. Per una serie di circostanze, però, l’anello viene in possesso di Hélène, che lo usa per istillare la gelosia nel cuore di Leon: Bella lo sta tradendo con Andrè. Leon, furioso, piomba al festeggiamento per il matrimonio di Eveline e, vedendo Bella e Andrè ballare, affronta il giovane davanti a tutti e lo ucciderebbe se non intervenisse Bella. Poi rompe il fidanzamento e se ne va. La delusione d’amore rigetta Leon nel baratro della disillusione e del cinismo. Tutti i progressi fatti per Bella vengono cancellati e il villaggio ripiomba nella paura; la scuola e la fabbrica vengono chiuse e ricomincia lo sfruttamento dei contadini. Bella, invece, affranta, decide di partire per mare con il padre e Andrè. Il giovane spera che ora Bella potrà corrispondere ai suoi sentimenti e le chiede di sposarlo. Bella, però, non ha ancora dimenticato Leon e rifiuta. Intanto, a palazzo, di fronte allo stato sempre più desolato di Leon, Armand decide di intervenire: rivelerà quello che ha sempre nascosto e cioè che è stata Hélène a uccidere Juliette. La donna non può permetterlo, scoppia una colluttazione, che lascia Armand riverso a terra e creduto morto. Nel frattempo, di fronte all’ennesima angheria la gente del villaggio si rivolta e prende d’assalto il palazzo decisa a farla pagare a Leon. Venuta a sapere della rivolta bella, che stava per partire, si rende conto che non può abbandonare l’uomo che nonostante tutto ancora ama e corre in suo soccorso. La difesa appassionata di Bella, che rivendica il buono che ancora Leon ha in sé, convincerebbe i contadini a desistere, ma Andrè, che ha seguito Bella a palazzo, accecato dalla gelosia, sfida a duello il principe. Approfittando della confusione Hélène stordisce Bella e la trascina via, fino all’ala abbandonata del palazzo, decisa ad ucciderla come aveva fatto con Juliette. Leon, accortosi di quanto sta accadendo, cerca disperatamente di concludere il duello senza fare del male ad Andrè, ma non riuscirebbe a salvare Bella se la comparsa di Armand, inaspettatamente sopravvissuto, non distraesse Hélène, che finisce per restare vittima delle sue stesse trame precipitando da una finestra. Così, sconfitto il nemico, e uccisa la bestia nel cuore di Leon, finalmente l’amore di Bella e Leon trionfa, portando come in ogni favola che si rispetti, un futuro di gioia e felicità non solo per loro, ma anche per la gente del villaggio

NOTE DI REGIA

Chi si ricorderà che l’origine della fiaba “ La bella e la bestia” è da ricercare nel modo antico di Apuleio e di quel racconto arcaico di “Amore e Psiche”, coglierà lo spirito della trasposizione televisiva di questa fiaba. Psiche ,nel nostro racconto BELLA, intraprende un viaggio nell’anima fuggendo con un pretesto dalla casa paterna e inoltrandosi nel “bosco magico”, pieno di insidie . Alla fine del bosco trova il castello del principe. Arido e malaugurante. Ma assolutamente attrattivo per la nostra “ANIMA”, decisa nella conquista della sua consapevolezza femminile. AMORE è apparentemente un mostro, non già nelle fattezze , ma nel cinismo acquisito a causa del dolore per la morte della moglie, inconsapevole psiche “di un tempo”. La storia racconta come la nostra BELLA, alias PSICHE, esclusivamente con la determinazione della sua bellezza radicale e innocente, riesca a trasformare in armonia la cinica bestialità di AMORE “la BESTIA” . Dunque il trionfo della vita e della creazione: una fonte inaridita che ridona acqua a causa di una pioggia tanto inaspettata quanto provvidenziale. Insomm ,per farla breve, una grande storia incentrata sul potere vitale dell’amore. Prodromo di tutti i romanticismi del mondo. La nostra BESTIA non è un mostro, è un uomo che nasconde al mondo le sue ferite, semplicemente perché ancora non ha trovato la cura di esse. Non gli interessano i succedanei, perché troppo malati di egoismo narcisistico, né le facili magie. Dunque si aggira nel suo mondo, come anima in pena , un fantasma, alla ricerca disperata di chi quelle ferita potrà lenire. BELLA è la sensualità primigenia, senza colpe , il catalizzatore del sentimento irrinunciabile che si sottopone a prove umilianti pur di trasformare l’elemento con cui viene a contatto. Dunque BELLA, alla fine, riesce a curare il mostro, trasformandolo in un uomo finalmente in grado di concepire la vita e di farla fiorire intorno a se. Ne “ LA BELLA E LA BESTA” abbiamo trasfuso tutta la passione nel raccontare i germogli dell’amore: la “ cronaca” della nascita del sentimento fondante della nostra esistenza. Abbiamo raccontato l’unica possibilità di riconciliazione tra le forze contrapposte e fondanti della nostra vita, il bene e il male. Alla fine, passando per la fiaba più volte rivisitata dal ‘500 in poi, siamo tornati ad Apuleio.

Fabrizio Costa

NOTE DI SCENEGGIATURA

Riadattare una favola celebre come la Bella e la Bestia per il piccolo schermo pone una serie di interrogativi di non facile soluzione: Come inventare qualcosa di nuovo pur senza deludere chi conosce a memoria la versione classica? Come parlare dell’oggi e all’oggi, arrivando a tutti e preservando l’aura di un passato da favola, ma distinguendosi dagli adattamenti precedenti, nel nostro caso anche “definitivi” come quelli di Jean Cocteau o di Walt Disney? Trovare delle risposte non è stato facile e ha comportato un lavoro molto lungo di elaborazione e di discussione, portato avanti insieme ai colleghi Elena Bucaccio, Mario Ruggeri e Francesco Arlanch. L’idea di fondo che sin da subito ci ha animato era quella di non puntare sulla mostruosità fisica del personaggio della Bestia – e quindi sul trucco, sull’effetto speciale – come i nostri illustri predecessori avevano fatto, ma di giocare invece sulla mostruosità psicologica e morale. La Bestia ha assunto così i connotati di un principe bellissimo, dal volto solo parzialmente deturpato, ma dall’animo incancrenito; un uomo che odia le donne, che ama umiliarle e manipolarle, che seduce per distruggere; un essere cinico e crudele che deride i sentimenti e ogni spinta ideale perché ha deciso di soffocarli perfino dentro sé, e che per questo si diverte a dimostrare – anche solo per il gusto di vincere una scommessa – come nessuno sia impermeabile al male e al vizio. Un antieroe che trova il suo naturale antagonista nell’eroina della favola, la coraggiosa e altruista Bella, non meno di quanto lei trovi un’antagonista in lui. Un personaggio così lucidamente sadico come il nostro Principe si è trovato naturalmente a suo agio nel 1700, secolo di dongiovanni e libertini, non a caso il periodo in cui furono scritte sia la versione originale della fiaba – quella di Gabrielle Suzanne de Villeneuve – sia il suo più popolare adattamento, ad opera di Jeanne-Maria Leprince de Beaumont. Siamo riusciti così – o almeno ci abbiamo provato – a preservare la magica aura di un passato di cappa e spada, di castelli e boschi, di trine e merletti, e al tempo stesso a tirare fuori gli elementi più moderni e anche espliciti della favola. Speriamo con la nostra versione di aver aggiunto un tassello in più alla ricca tradizione di questa favola, che non smetterà crediamo di interrogarci, turbarci e affascinarci; e di ispirare nuovi adattamenti e riletture.

Lea Tafuri

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