“Andreina e l’oro ucraino” di Mara Oneta

Un romanzo di intrighi e guerra nella Cremona del ‘43

Dopo l’armistizio diramato l’8 settembre del 1943, l’Italia entra in una sorta di crisi d’identità nazionale. Perché a partire da quel proclama, registrato e trasmesso via radio dal maresciallo Pietro Badoglio, che tutti gli italiani ascoltano o si passano immediatamente di bocca in bocca, da un momento all’altro i vecchi alleati, i tedeschi, diventano i nemici da contrastare, mentre le truppe anglo-americane, combattute sino al giorno precedente, assurgono a nuovi paladini e prossimi liberatori del nostro paese. Ed è da questo schizofrenico scenario di partenza, precisamente dal 9 settembre ’43, che prende le mosse il bel romanzo di Mara Oneta intitolato “Andreina e l’oro ucraino“, coinvolgendoci sin dalle prime pagine nell’atmosfera di una Cremona conquistata dai soldati tedeschi, non senza che vi sia stato un disperato tentativo di resistenza armata da parte dei soldati italiani. Da ciò, con gran dovizia di particolari, anche topografici, l’autrice scandaglia minuziosamente la città e i suoi immediati dintorni raccontandoci, potremmo dire in tempo reale, le vicissitudini quotidiane di Andreina che, oltretutto, durante una perquisizione delle SS, riceve di soppiatto un foglio scritto in tedesco che ha tutte le sembianze della mappa di un tesoro. Poi tutto si complica tremendamente in quanto Andreina, più o meno forzatamente, andrà a lavorare per il maggiore della Wehrmacht Klaus Hagen presso la Kommandantur dei tedeschi. Il che conferisce ulteriore drammaticità all’intreccio romanzesco, delineando un sottile e insidioso crinale sul quale la ragazza vive in perenne pericolo, sempre in bilico tra il lavoro fianco a fianco con gli invasori tedeschi e la militanza partigiana del fratello Marco. Ma il clou della tensione, com’è ovvio, arriva allo spasimo quando la presunta mappa dell’oro ucraino scatena una serie di brame incontrollabili. Rivalità, odio, contrasti e uccisioni a sangue freddo squassano il già fragile scenario bellico che aleggia attorno a Cremona, con una Andreina che a tratti sembra non reggere il peso di tante, insensate nefandezze. Un panorama di acutissime implosioni psicologiche in cui l’autrice è brava a privilegiare e padroneggiare, invece che la macropolitica, il microcosmo di intime angosce famigliari, di paure miste a fugaci momenti di gioia, condite dai quei tipici lampi amorosi che una diciassettenne come Andreina non può non provare anche all’interno di una realtà a dir poco problematica. Ed ecco che da parte del lettore scatta in modo naturale, direi automatico, il moto di riconoscersi nella famiglia di Pierina e Giuseppe Balestreri, oltre che nella figlia Andreina. Anche perché l’angoscia e le paure da loro provate fanno parte del patrimonio comune vissuto da milioni di famiglie italiane, che attraverso i ricordi di vita vissuta rappresentano l’humus di un’Italia ingannata e tradita, anche se mai incline a rinunciare al riscatto personale e sociale che infatti avverrà nel dopoguerra. Un riscatto, una presa di coscienza dei veri valori dell’esistenza, che alla conclusione del romanzo ritroveremo, a sorpresa, anche tra le pieghe di quell’oro ucraino tanto ambito.

Curiosità

L’autrice Mara Oneta ha scritto una sceneggiatura tratta dal romanzo “Andreina e l’oro ucraino“ che presto sarà a disposizione dei produttori cinematografici che ne fossero interessati.

In Libreria

Il romanzo “Andreina e l’oro ucraino“, edito da Cremonabooks, è in vendita presso le librerie romane LIBRERIA TERMINI 2 (atrio stazione Tiburtina), LIBRERIA MINERVA DI ODDI FRANCO (P.zza Fiume, 56/58) e FASTBOOK ( Via di Tor Vergata, 432).

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