“L’INCORONAMENTO DELLA NOVELLA SPOSA” di Vittorio Pavoncello

L’Assessorato alle Politiche Culturali della Provincia di Roma presenta:

“L’INCORONAMENTO DELLA NOVELLA SPOSA” di Vittorio Pavoncello

Tratto dal dipinto di Max Ernst “La vestizione della sposa”, 1940 Olio su tela, cm 129, 6 x 96,3 cm – Collezione Peggy Guggenheim.

Con il Patrocinio di: Ambasciata delle Repubblica Federale di Germania Ministero Beni e Attività Culturali Provincia di Roma Assessorato alle Politiche Culturali Peggy Guggenheim Collection Goethe – Institut Rom Istituto Italiano di Studi Germanici Villa Vigoni – Centro Culturale Italo Tedesco (CO)

Cast: La Regina: Laura Mercatali La voce dello specchio: Federico Pacifici La voce dell’Ancella: Raffaella Ponzo La voce della Guardia: Marco Alberto Maggio La voce del Re: Emanuela Salucci Costumi: Adriana Ruvolo Schipa Musiche: Lucio Gregoretti Movimenti coreografici: Alessandra Di Segni Video designer: Davide Mancini Videoproiezioni: Paolo Mancini Testo e regia: Vittorio Pavoncello

Roma – Teatro Flaiano (Via S. Stefano del Cacco, 15) giovedì 18 maggio, ore 20.45

OMAGGIO A MAX ERNST

Giovedì 18 maggio alle ore 20,45 al Teatro Flaiano l’Assessorato alle Politiche Culturali della Provincia di Roma presenta lo spettacolo teatrale “L’incoronamento della novella sposa” scritto e diretto da Vittorio Pavoncello che ha preso ispirazione dal celebre dipinto “La vestizione della sposa” del pittore surrealista tedesco Max Ernst (Brühl 1891 – Parigi 1976) di cui quest’ anno ricorre il trentennale di morte. Interpreti del testo che vuole essere un omaggio a questo importante anniversario dell’artista sono: Laura Mercatali, unica attrice in scena nel ruolo della Regina, e le voci di Federico Pacifici, Raffaella Ponzo, Marco Alberto Maggio ed Emanuela Salucci. Costumi a cura di Adriana Ruvolo Schipa, musiche di Lucio Gregoretti, movimenti coreografici di Alessandra Di Segni, video designer Davide Mancini e videoproiezioni di Paolo Mancini. Lo spettacolo è inserito nella programmazione del Festival di Primavera della Provincia di Roma.

Note di regia

Se dovessi dire qual è l’argomento di fondo della piéce che ho scritto, ispirata dal dipinto di Ernst, direi che ci sono due sfondi che si sovrappongo quello della sessualità e quello del potere. La sessualità, come canale della riproduzione sessuata rappresentata dalla Regina rispetto ad una procreazione asessuata qual è quella che il Re vuole impiantare, partendo da se stesso. La nostra società si avvia sempre di più verso forme di riproduzione, attraverso la scienza e la tecnologia che coinvolgono sempre di meno la sessualità, come momento di relazione tra partner, modificando anche tutto ciò che era stato la seduzione che ineriva alla riproduzione. Direi facendo della seduzione una tecnica del passato. E questo significa anche un ribaltamento dei sistemi affettivi. Direi quasi un abbandono di questi mentre forse altri andranno a sostituirli. L’altro sfondo invece è il potere, perché le nuove regole della procreazione mettono in gioco rapporti di forza per renderle operanti nella società. Ecco, allora, che il dissidio amoroso, affettivo, sessuale tra Regina e Re diviene un rapporto di forza tra i sessi. Ed un rapporto di potere tout court per affermare una propria politica di riproduzione. Partendo cosi dal dipinto di Max Ernst, creato nel 1940 e mediante la mia libera trasposizione letteraria e teatrale d’oggi si arriva a trattare un tema che nel futuro sarà sempre più attuale come lo è già, quale il corpo, l’etica e il diritto della persona. Vittorio Pavoncello.

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