MIAMI VICE

“Miami Vice” di Michael Mann è il miglior esempio di remake cinematografico degli ultimi anni. Ispirato alla celebre serie televisiva di culto degli anni ’80 (che lo stesso Mann diresse in alcune puntate) non ci troviamo però di fronte ad una semplice trasposizione “da tv a grande schermo” ad iniziare dalla scelta del regista di ambientare il film ai nostri giorni e non al tempo degli yuppies. Anche l’ambientazione d’epoca (un kitch-mix di palme, ragazze prosperose, sole e windsurf) viene accantonata a favore di funzionali atmosfere cupe al limite del noir necessarie per rendere al meglio lo stile inconfondibile di Mann. Sonny (Colin Farrell) e Tubbs (Jamie Foxx) sono poliziotti infiltrati in un’organizzazione criminale col compito di fare piazza pulita di un gruppo di pericolosi narcotrafficanti. A gestire il giro di narcos c’è anche la conturbante Isabella (Gong Li) che affascinerà Sonny al punto da mettere a rischio la già difficile operazione antidroga. I protagonisti Farrell e Foxx sono quanto mai ispirati e, mentre il primo gioca sulla sensualità malinconica del suo personaggio aggiungendo quella giusta punta di cinismo che mancava al predecessore Don Johnson, il secondo (premio Oscar per “Ray”) questa volta si adegua al ruolo di “spalla” facendo leva su doti attoriali di indubbio valore nel definire il ruolo che fu di Phillpe Michael Thomas. Ma la vera chicca del film è la presenza di Gong Li, splendida “donna del boss”, in un ruolo che è di sicuro il più intrigante della pellicola e il cui sviluppo all’interno della vicenda regalerà agli spettatori il sogno di un possibile sequel…

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