PREDATORS di Nimrod Antal

Questo nuovo capitolo della saga di Predator si aggancia idealmente non tanto alla filosofia del secondo, il metropolitano Predator 2 del ’90, ma più al primo film della serie, cioè al Predator del 1987, in cui il maggiore Dutch, magistralmente interpretato da Arnold Schwarzenegger, immerso in una giungla dell’America centrale, faceva da perfetto e coriaceo contraltare rispetto al mostruoso alieno cacciatore, dotato di armi ultrasofisticate e addirittura capace di rendersi invisibile.

Infatti il PREDATORS diretto da Nimrod Antal ripropone le azzeccate ambientazioni di una natura intricata e selvaggia, anche se stavolta facente capo ad un pianeta alieno, dove i Predators sono di casa e dove, mediante un trasferimento spaziale, hanno letteralmente catapultato un eterogeneo gruppo di mercenari e assassini di professione, inconsapevolmente selezionati per diventare auspicabili prede in una sorta di safari alieno.

Aggiornata dunque l’ambientazione del capostipite della serie, il sequel in questione sceglie l’ottimo Adrien Brody per rinverdire e ricordare la ferrea resistenza di Schwarzy, dando la possibilità al protagonista e premio Oscar de Il pianista di far risaltare la propria versatilità attoriale in un film d’azione. Perché di questo si tratta, anche se il substrato di un horror-fantascientifico ci rammenta che l’ibridazione tra generi distinti rimane il marchio di fabbrica di questa serie che giunta al terzo episodio non perde di smalto, ma anzi, aggiungendo nuovi e inediti spunti, fa sì che l’avventura possa continuare a replicarsi efficacemente in futuri episodi.

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