Dimagrire parte anche dalla testa

Come spiegarsi la difficoltà di perdere peso? “Si stima che tra il 75% e il 95% delle persone che provano a perdere peso non ci riescono in modo duraturo”, scrive il Dottor Gérard Apfeldorfer. “Molte donne vogliono una soluzione magica. Il miracolo, pero’, non esiste, e soprattutto non puo’ venire da fuori. E’ in se stessi che bisogna trovare il motore per dimagrire, sia in senso proprio che figurato. Il peso dell’eredità familiare è immenso. “C’è spesso una mancanza di stima di sè che puo’ risalire addirittura all’infanzia. Senza volerlo, ” i genitori ripetono ai figli i messaggi devalorizzanti che hanno sentito a loro volta in famiglia”, constata Michèle Freud, psicoterapeuta, autore del libro “Dimagrire e fare pace con se stessi”. Si tratta di osservazioni che colpiscono nel vivo e che spesso mettono i progetti di dimagrimento in cantiere.

FAR CADERE LE BARRIERE PSICOLOGICHE Possiamo anche aver paura di oltrepassare le barriere psicologiche. Quando si viene da una famiglia i cui componenti sono tutti in sovrappeso, dimagrire significherebbe tradirli. Essere in sovrappeso assomiglia spesso a una forma di protezione. Spesso, non voler cambiare è una forma di protezione: cambiare significherebbe rimettere troppe cose in questione. “Il peso è vissuto come un airbag contro la seduzione, ad esempio”, fa notare Freud. Voler sedurre significa scuotere le emozioni, mettersi in pericolo, anzi mettere in pericolo la propria coppia, e potendo scegliere si preferisce la tranquillità dei propri chili di troppo. Allo stesso modo, si puo’ temere di perdere il ruolo della fidanzata che gode del buon cibo e dei piaceri della vita. “Molta gente si fa del bene con cose che in realtà nuociono alla salute: il tabacco, l’alcool, lo zucchero e lo street food; dimenticano che si possono condividere dei momenti piacevoli grazie anche a sapori e piatti sani.

ESSERE INDULGENTI CON SE STESSI Per dimagrire è necessario smontare queste argomentazioni ed immaginarsi già magri, non importa che si parta con 5, 10 o 20 chili in più. Nel suo libro, Gérard Apfeldorfer annota: ” Una persona che perde dei chili non diventa in ogni caso magra. L’ex obeso che non ha interiorizzato il suo dimagrimento, continuerà a vivere nel suo corpo come un grosso. Come riuscire a cambiare lo sguardo su se stessi? Iniziando dall’avere stima per se stessi, convincendosi del proprio valore, cioè accettando i propri difetti e i propri scacchi . Non si deve considerare il cibo come un sostituto o una difesa contro ogni situazione d’angoscia o di insicurezza.

LA SFIDA: RIDARE UN NUOVO RUOLO ALL’ALIMENTAZIONE La sfida: osare prendere un nuovo posto all’interno del proprio entourage di amicizie. L’introspezione si rivela decisamente d’aiuto, perché aiuta a svelare i meccanismi complessi che stanno dietro il semplice fatto di mangiare. Avendo uno sguardo benevolo su se stessi e ascoltando il proprio corpo, ci liberiamo progressivamente dei chili di troppo e dello sguardo degli altri, che assume sempre meno importanza.

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