“L’OSPITE SEGRETO”, una storia che si svolge in qualunque paese del mondo…

Un film di Paolo Modugno – prodotto da Veronica Salvi per la esse&bi cinematograficacon Corso Salani, Romina Mondello, Ludgero Fortes Dos Santos, Spiros Focas, Gigi Angelillo e la partecipazione di Ben Gazzara – canzoni originali di Sarah Dietrich / Mark Hanna

Sinossi: Cinque musicisti entrano in un luogo circondato da filo spinato, osservati dallo sguardo curioso di uomini donne e bambini di tutte le razze che abitano provvisoriamente lì. Questo è il preludio alla storia di Hadì, un giovane uomo di colore in fuga dal suo Paese del Terzo o Quarto mondo e di Emanuele Lari Alliano, un giovane capitano della Marina Militare di un paese del Primo mondo. Seguiamo Hadì che cerca di sopravvivere e di raccogliere il denaro sufficiente a imbarcarsi per fuggire al di là del mare, mentre viene sottoposto ad angherie, soprusi e violenze di ogni tipo, che lo costringono a tuffarsi nelle luride acque del porto per raggiungere sfinito, dopo una nuotata notturna di due miglia, una nave alla fonda sulla quale si trova Alliano. Alliano, motivato da un antico trauma, lo nasconde irresponsabilmente nella sua cabina. E qui ha inizio il confronto tra due uomini profondamente diversi per cultura, età, etnia e, con il confronto, il travaso di esperienze e di sentimenti. Hadì riuscirà a infondere ad Alliano il coraggio necessario a superare problemi umani e professionali, regalandogli la sua gioia di vivere e di danzare, il suo amore naturale e ancestrale per la musica. L’incontro tra i due è punteggiato dalle canzoni eseguite dai musicisti su un palco costruito all’interno del campo di prima accoglienza dei profughi (era quello il luogo nel quale si dirigevano i musicisti). Hadì, per non compromettere oltre la carriera di Alliano, si getta in acqua all’alba, quando la nave si trova a pochissime miglia dalla costa del paese del primo mondo nel quale cercava libertà e giustizia, oltre alla possibilità di espressione delle sue potenzialità. Ma anche in questo paese, il giovane di colore si trova a subire le stesse violenze e gli stessi soprusi. Alla fine viene arrestato e riportato nel Paese dal quale proveniva perché accusato di aver ucciso il poliziotto corrotto che aveva accettato il denaro e non lo aveva fatto imbarcare su una carretta del mare. Qui si scoprirà la sua innocenza; verrà di nuovo imbarcato per essere rimpatriato nel suo Paese, e di nuovo si getterà in mare per cercare il suo avvenire. Nella scena finale del film, durante il concerto che i musicisti stanno tenendo nel campo profughi, Alliano e Hadì si incontrano di nuovo, e vengono travolti insieme a tutti gli ospiti del campo, in una danza liberatoria.

Relazione della regia: La nostra epoca verrà ricordata come quella delle grandi migrazioni dei popoli, fin dai milioni di italiani che hanno avuto fortuna lontano dalla loro terra , dalle loro origini culturali e linguistiche, fino alle incredibili migrazioni odierne di milioni di esseri umani, che sfidano quotidianamente la morte per cercare libertà e benessere. In attesa che un giorno le culture diverse riescano a convivere, mantenendo la loro originalità , come il ”melting pot” statunitense, è compito di uno strumento di formazione come il cinema, raccontare le tragedie e l’impatto culturale con la diversità. L’originalità di questa sceneggiatura è che i due protagonisti sono ambedue “diversi” (senza connotazioni sessuali): sono due creature umane che mal si inseriscono nel contesto in cui si trovano, ma il primo a dare un senso originale alla diversità è proprio il cittadino in fuga dal suo Paese a contatto con l’alienazione intellettuale del comandante. È un’angolazione narrativa originale e ha il pregio di raccontare in una tessitura inconsueta, la tragedia culturale, psicologica e anche fisica dell’inserimento. L’elemento quasi favolistico del rapporto tra i due protagonisti in un contesto legato alla cronaca, permette uno sviluppo originale della vicenda. La diversità è un dono, è un arricchimento. Per molti è una bestemmia, per alcuni è una favola. E se fosse più semplicemente realtà ? Nel rendere per immagini la sceneggiatura dell’”Ospite segreto” è necessario puntare, sia dal punto di vista della MDP, che sul piano della recitazione degli attori, sui due binari narrativi protagonisti della scrittura: da una parte abbiamo la realtà cruda di un paese ai confini del Primo Mondo, dove convergono emarginati, poveri ed esclusi dal Terzo e Quarto Mondo, dall’altro abbiamo l’apparentemente tranquilla “isola” della nave governata da precise regole e comportamenti. Ma se da una parte c’è un clandestino fuggiasco colto e improbabile (almeno secondo l’iconografia classica degli extracomunitari), dall’altra parte c’è un comandante anch’esso improbabile, secondo le tradizionali iconografie. Le due storie si congiungono nella seconda parte, dove la storia ritrova una dimensione propriamente conradiana. C’è da evidenziare, quindi, nella realizzazione, un tratto realistico e documentario del mondo dell’emigrazione, marcato a forti contrasti di tinte e di colori… tinte e colori presi a prestito dal mercato orientale. Colori in contrasto, che non si fondono mai, come le lingue parlate dagli interpreti… È Babele, con la sua crudeltà e la condanna all’incomprensione. Dall’altra parte , il mondo della nave. Dove alle lingue si sostituiscono le coloriture locali del linguaggio e dove un apparente ordine richiede una particolare attenzione all’uso dei colori e alla composizione delle immagini. Si potrebbe dire che da una parte abbiamo una apparente casualità fatti di immagini sporche e dure, e dall’altra – sulla nave – splendono immagini “in divisa”, regolari e perfette. La divisione e la ricomposizione dei due mondi convergono nel piccolo spazio della cabina del comandante, dove le immagini devono avere il sapore della letteratura conradiana, che ha ispirato la storia. In qualche modo, se vogliamo ritrovare uno straordinario precedente cinematografico, nella commistione letteraria tra l’antropologico “Ramo d’oro” di Frazer e lo stesso Conrad, in quel capolavoro che è “Apocalypse now”. Anche qui abbiamo quella tragedia contemporanea che è l’emigrazione e la crisi dell’individuo. E può essere la MDP a leggere e a “liberare” i due mondi. “L’Ospite Segreto” verrà presentato al VII Miami Latin Film Festival e l’uscita nelle sale italiane è prevista per il 4 aprile 2003.

CAST TECNICO E ARTISTICO: Veronica Salvi presenta L’ospite segreto Un film di Paolo Modugno Con Corso Salani, Romina Mondello, Ludgero Fortes Dos Santos Spiros Focas, Gigi Angelillo Con la partecipazione di Ben Gazzara Sceneggiatura di Andrea Balzola e Rocco Aldemaro Barbaro liberamente tratta dal racconto “il clandestino” di Joseph Conrad Costumi Rita Lecconi Fonico di presa diretta Benito Alchimede Canzoni originali Sarah F. Dietrich/Mark Hanna Scenografia Francesca R. Salvi Direttore della fotografia Marco Carosi Montaggio Claudio Di Mauro Organizzatore generale Renato Fiè Prodotto da Veronica Salvi per la esse&bi cinematografica con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la partecipazione della Impresa Pubblici Esercizi

Ufficio Stampa: Raffaella Spizzichino

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