IL MAESTRO DELLA FOTOGRAFIA GIOVANNI COZZI STRONCATO DA UN INFARTO

Per me Giovanni Cozzi era Cozz ed io per lui Ponzolina. Tante volte ci siamo visti, abbiamo parlato, siamo andati alle mostre o al cinema, oppure abbiamo mangiato con la sua Paola, tra risate, vino rosso e parmigiana di melanzane. Per me lui è quel tramonto visto da casa sua, la bellezza della luce, ma anche di un’ombra. E’ stare scalza in mezzo alla campagna, è mio figlio in una tinozza che ride mentre io lo lavo.

Cozz era buddista, credeva in una vita dopo la morte e nella reincarnazione. Dunque: Cozz ‘ndo stai ora? Guarda che io ti cerco!

Raffaella Ponzo (Ponzolina)

Addio a Giovanni Cozzi, il fotografo che amava il silenzio. E la bellezza

Giovanni Cozzi era un chitarrista rock, uno skipper innamorato del silenzio del mare, un fotografo che adorava le donne. Nei suoi 55 anni di vita, le ha ritratte restituendo a ognuna di loro tutta la bellezza che i suoi occhi sapevano cogliere. Sono sue le foto best seller in Italia, alcuni scatti del calendario di Sabrina Ferilli: quasi un milione di copie venduta da Max alla fine del ’99. Per il mensile di Rcs, Cozzi realizzò un’enorme quantità di calendari e copertine: da Martina Stella ad Alena Seredova, da Cristiana Capotondi a Nina Moric, da Randi Ingerman a Giovanna Mezzogiorno.

Il tocco di Cozzi era sempre riconoscibile: le donne fotografate da lui erano totalmente femminili, seducenti, luminose. Giovanni è morto giovedì nella sua Rocca di Papa, a pochi chilometri da Roma, dove viveva con la sua amata Paola. É stato fulminato all’alba da un infarto. Con alcune amiche e colleghe un anno fa aveva fondato Loolitart, una società che raccoglieva artisti e fotografi in cui Cozzi credeva.

Il suo ultimo lavoro editoriale era stato per «Sette» del Corriere della Sera: la copertina dell’attrice Sarah Felberbaum, un paio d’anni fa. Poi Giovanni aveva detto che per lui era sufficiente: aveva cominciato come paparazzo nella Roma dei primi anni Ottanta e più di trent’anni di carriera, ad alti livelli, sia in Italia che all’estero, gli bastavano.

Ora aveva grandi progetti: editare libri (il primo, bellissimo su Lee Jeffries, il fotografo caravaggesco di barboni è uscito pochi mesi fa), lanciare giovani artisti e giovani fotografi. Un progetto interrotto da una fine improvvisa e ingiusta.

Fonte: Corriere della Sera

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