Euridice Axen, la cattiva de “Le Tre Rose di Eva”

Sono già andate in onda su Canale 5 le prime due puntate dell’attesissima seconda stagione de Le tre rose di Eva, una fiction che si è rivelata essere uno dei successi della scorsa stagione televisiva. I nuovi episodi riusciranno a tenere incollati alla tv i fedelissimi telespettatori della precedente stagione e a conquistarne di nuovi? L’obiettivo è quello, e per riuscirci la produzione ha puntato non solo sul vecchio cast, ma anche su dei nuovi ingressi. Tra questi ultimi c’è un’attrice molto amata dal pubblico televisivo di Canale 5, che per tre anni l’ha seguita e amata nei panni del capitano Lucia Brancato in Ris Roma. Stiamo naturalmente parlando della bella e brava Euridice Axen, che ritroveremo in un ruolo nuovo e completamente diverso da quelli a cui eravamo abituati. Euridice vestirà i panni di Veronica Torre, la nuova antagonista de Le tre rose di Eva 2, la cattiva che cercherà di separare Alessandro e Aurora. Ci riuscirà? A questo la Axen non ha risposto, ma a molto altro sì, spaziando dal suo nuovo ruolo alle sue precedenti espierenze lavorative.

Dopo tre anni nei panni del capitano Lucia Brancato, ti ritroviamo ora in un ruolo completamente diverso, quello della cattiva, dell’antagonista. Immagino avrai dovuto affrontare un importante lavoro su te stessa…

“In primis ho preso atto che non avrei più avuto il pubblico dalla mia parte, eccetto quei pochi che tifano per i cattivi (ride, ndr), e quindi se non potevo essere amata allora mi sarei dovuta impegnare per essere detestabile. È stato un lavoro divertente, con un personaggio negativo puoi veramente lasciarti andare ed osare, superando limiti che nella vita non puoi e non devi oltrepassare”.

Anche il cambio di look ha fatto parte di questo lavoro? Ti abbiamo lasciata con il tuo famoso caschetto, ti ritroviamo con lunghi capelli biondi.

“Il cambio di personaggio necessita per forza di un cambio di immagine. Non posso vedermi uguale, perché mi percepisco uguale e non va bene. Guardandomi allo specchio devo vedere qualcosa di diverso, è come indossare una maschera. Io sono molto lontana da Lucia Brancato dei Ris e sono ancora più distante da Veronica Torre, ma trasformarmi anche fisicamente in quei personaggi riesce a farmi subito sentire il “ se fosse”, ossia riesco a pormi la domanda fondamentale che apre lo studio del personaggio: “E se quel personaggio fosse me?”.

Se dovessi spiegare chi è Veronica Torre come la descriveresti?

“Il personaggio è molto complesso, ricco di sfumature, non è lo stereotipo della cattiva. Veronica ha una personalità molto labile, quasi border. Vive nella menzogna, nella paura, vive avendo una missione distruttiva ma è come se fosse stata programmata. Appare come un’amazzone vendicativa, in realtà è una giovane ragazza spaventata e smarrita”.

Molti tuoi colleghi dicono spesso che ci si diverte di più a interpretare i cattivi. È davvero così?

“Assolutamente sì. Per esempio i cattivi quasi sempre fingono, mentono ed è divertente il dover mentire doppiamente. Menti già come attore in quanto reciti, e poi menti ulteriormente su quello che stai recitando”.

Come è stato arrivare da new entry in un gruppo di lavoro già collaudato e di successo?

“È stato facile perché si respirava grande serenità. Sono subito entrata in sintonia con i due registi: Raffaele Mertes e Vincenzo Verdecchi che sono due persone di una sensibilità rara. Con gli attori mi sono trovata davvero bene, c’è stata grande complicità. Roberto Farnesi è un compagno di avventura molto divertente! Abbiamo riso tantissimo e ci siamo incastrati perfettamente. Anna Safroncik la conoscevo già e ci frequentiamo anche fuori dal set e lo stesso vale per Giorgia Wurth, con la quale ho girato un corto che andrà in questi giorni a Venezia.

L’anno scorso Le tre rose di Eva ha avuto un grande successo di pubblico. Per te che hai avuto la possibilità di vedere e vivere il progetto dall’interno, quale può essere il motivo di questo boom?

“Una trama fittissima. Ogni due minuti c’è un colpo di scena, niente è come sembra. La sceneggiatura è curatissima, un lavoro tecnico molto meticoloso. Credo sia questo a tenere incollati i telespettatori”.

Ti è dispiaciuto per la chiusura di Ris Roma?

“Molto! Amavo il personaggio di Lucia ma forse è anche giusto così. Ogni ruolo ha il suo corso”.

Quale è la cosa che ti mancherà di più di quell’avventura?

“I compagni, li ho amati tanto! Persone meravigliose, amici. Con alcuni di loro ancora ci vediamo però…”.

Ti sarebbe piaciuto entrare a far parte del nuovo progetto Sicilia connection – Ris, continuando a vestire i panni della Brancato?

“Se ci fossero stati anche gli altri sì, da sola è un po’ come ritornare nello stesso posto con un altro fidanzato”.

Sei impegnata anche in alcune web series. Le cose stanno cambiando anche da quel punto di vista: la Rai ad esempio sta iniziando a investire in questi progetti. Ti piacerebbe avere nuove esperienze nel settore?

“Assolutamente sì! Quando accettai di partecipare a Dead Boy di Alessio Russo (che tra l’altro sta avendo molto successo) ancora si parlava poco di web serie,s ma siccome il progetto mi è parso subito molto valido ho deciso di aderire e con grande entusiasmo, perché è un nuovo canale importante di comunicazione e se non ci si reinventa costantemente e non si sfruttano tutte le forme e i veicoli a disposizione per farlo poi non ci si deve lamentare del nostro essere indietro rispetto agli altri paesi”.

Nel mondo dello spettacolo ora va tanto di moda prendere parte a talent, come Ballando con le stelle o Tale e quale show – giusto per fare degli esempi – o reality. Hai mai pensato di parteciparvi?

“Mi piacerebbe molto partecipare ad un talent tipo Ballando sotto le stelle perché adoro il ballo”.

Per chiudere e salutarci, c’è qualcosa o qualcuno per cui rinunceresti al tuo lavoro?

“Sì, rinuncerei per me, se questo lavoro non mi rendesse più felice. Ancora non ci riesce, però!”.

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