Matrix Revolutions di Andy e Larry Wachoski

In “Matrix Revolutions”, presunto capitolo finale della trilogia che vede l’Uno combattere per liberare il genere umano dal controllo delle Macchine, Neo (Keanu Reeves) comincia il suo nuovo viaggio iniziatico costretto nel limbo tra Matrix e il Mondo delle Macchine.

Ciò prelude ad una prima parte del film, molto interessante, dove prevalgono i temi cyber-esistenziali dei programmi dissidenti, o inservibili, relegati in quella zona di nessuno. Una metafora niente male per rammentarci cosa succede nelle società industrializzate agli emarginati, siano essi alle soglie della povertà, barboni, o manager eufemisticamente in esubero che quando non servono più vengono sbattuti sulla strada come merce avariata. Naturalmente, questa è solo una delle possibile letture dell’incipit di Revolutions, perché i fratelli Andy e Larry Wachowski ci hanno abituato sin dai precedenti episodi ad un’intricatissima commistione di temi a traduzione libera.

Tale caratteristica, credo che rappresenti al contempo la forza e la debolezza dell’intera trilogia. Forza, perché la lettura libera consente alle eterogenee legioni di adepti buddisti, new age, dark, new liberal, nonché ai galvanizzati hackers e crackers di argomentare a proprio uso e consumo i significati di Matrix suscitando un dibattito intenso e a volte pieno di suggestioni avveniristiche. Ma ciò, a ben vedere, costituisce anche una debolezza. Perché, evidentemente, la base “filosofica” di Matrix risulta alquanto indefinita e sfuggente, col rischio di diventare un pasto dai troppi sapori quindi senza nessun sapore. C’è da dire che a sua volta proprio questo confuso sovraccarico di input traduce benissimo l’affastellarsi caotico dei media del nostro tempo, dove si dice tutto e il contrario di tutto, senza che vi sia mai una verifica delle possibili castronerie veicolate appena il giorno prima. Col risultato di essere informati su tutto… senza sapere mai niente. Per fortuna, Matrix non è solo fonte di confusione ma anche di certezze. Penso a tutta l’immensa massa di innovazioni tecnologiche che la trilogia lascia in eredità al cinema del futuro, e non solo a quello di fantascienza. Da questo punto di vista, la saga di Matrix è davvero la matrice di un nuovo modo di pensare il cinema.

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