SILVANA MANGANO, il “Riso amaro” di una Diva

Silvana Mangano è nata a Roma il 21 aprile 1930, ed è morta a Madrid il16 dicembre 1989, ed è stata un’attrice italiana, tra le più grandi di tutti i tempi.

I GENITORI

Figlia di Amedeo, un ferroviere siciliano che a forza di guidare sulle tratte internazionali ha imparato l’inglese, e di Ivy Webb, una casalinga londinese che si è innamorata di lui ballandoci al Palais de Dance di Wimbledon, Silvana inizialmente voleva fare la ballerina come la mamma.

GLI INIZI

Frequenta infatti la scuola di danza della famosa coreografa Jia Ruskja e gli addetti ai lavori cominciano a notarla. A convincerla a mettere piede in un set cinematografico per la prima volta è il coreografo francese Georges Armenkov, che la fa partire per la Francia dove farà la comparsa in un film.

MISS ROMA E MISS ITALIA

L’anno dopo, all’età di 16 anni, la Mangano vince il concorso di bellezza Miss Roma, e quindi nel 1947 è di diritto una delle concorrenti di Miss Italia.

Un edizione storica, quella del ’47, che sfornerà molte star. Fra le altre concorrenti ci sono infatti Gina Lollobrigida, Gianna Maria Canale ed Eleonora Rossi Drago, ma la fascia la vincerà un’altra futura attrice, Lucia Bosè.

GLI ESORDI DA ATTRICE E L’AMORE PER MASTROIANNI

Dopo Miss Italia la Mangano ottiene le sue prime piccole parti come attrice. Intanto studia recitazione e fra i compagni di classe incontra il suo primo amore famoso, il giovane Marcello Mastroianni. Lei ha 17 anni, lui, gelosissimo, 22 e per tutta la vita, quando minaccia pioggia, sentirà un lieve fastidio nel pollice della mano destra, che si è rotto nel tentativo di dare un pugno a un ammiratore della sua fidanzata.

Una relazione della cui fine non si saprà mai il motivo. Lei, semplicemente, non si presentò a un appuntamento e da lì finì tutto. Si dice che Silvana, in fondo, non abbia mai smesso di amarlo. Ma più avanti declinerà l’offerta di Federico Fellini di girare col suo ex fidanzatino La dolce vita.

Silvana Mangano, 1953

RISO AMARO E DINO DE LAURENTIIS

Silvana Mangano in Riso amaro era destinata a soli 18 anni a lasciare il segno con una performance di recitazione da applausi, al fianco di Vittorio Gassman (con cui sarebbe tornata poi a lavorare insieme ne Il lupo della Sila) e con Raf Vallone e Doris Dowlig. E con quel film conosce Dino de Laurentiis, il suo futuro marito.

Per quel film Riso Amaro, Silvana è stata scartata al provino e non ci aveva pensato più. Poi si è imbattuta a Via Veneto nel direttore del casting, Giuseppe De Santis, nelle condizioni in cui non vorremmo mai essere viste da un contatto importante: struccata, scapigliata e vestita in modo modesto. De Santis invece la fermò perché in quella mise dimessa Silvana incarnava esattamente il personaggio che lui aveva in mente, e le propose il ruolo della protagonista.

Sul set, de Laurentiis si innamorò di lei ma lei, misteriosa e sfuggente (sulla sua vita, molti anni dopo, getterà delle ombre anche la figlia Veronica dichiarando “forse aveva subìto violenze perché ne mostrava gli squilibri psicologici”) lo respinge più volte.

GLI ANNI D’ORO

Recita in Cagliostro (1949), con Orson Welles. Nel 1950 con Amedeo Nazzari in Il brigante Musolino, di Mario Camerini, una pellicola con cui la Mangano viene paragonata a Rita Hayworth e che le procura molte offerte per trasferirsi a Hollywood. Il produttore Alexander Korda era interessato a metterla sotto contratto, ma lei si rifiutò di iniziare una carriera in America e poco tempo dopo sposò Dino de Laurentiis dopo la sesta proposta di matrimonio.

IL MATRIMONIO CON DINO DE LAURENTIIS

Con le nozze, Silvana Mangano diventa una sorta di regina che vive fra le ville di famiglia passando il tempo fra letture impegnate. Si prende cura dei suoi 4 figli e per convincerla a recitare ancora e a non sprecare il suo talento, il marito e la famiglia devono faticare parecchio, ogni volta.

Probabilmente è questo l’unico motivo per cui le sue contemporanee Sophia Loren e Gina Lollobrigida conquisteranno quell’oncia di fama in più. La Mangano è infatti al tempo una delle star preferite tra il 1950 e il 1970 da registi e intellettuali. Recita in film del calibro di Anna di Alberto Lattuada (1951), L’oro di Napoli (Vittorio De Sica, 1954), Mambo (Robert Rossen, 1954), Teorema (Pier Paolo Pasolini, 1968) e Morte a Venezia (Luchino Visconti, 1971). Silvana Mangano in Le streghe.

Con Pasolini e Visconti ha lavorato più volte: con il primo, in Edipo Re e Il Decameron, e con il secondo, in Ludwig e Gruppo di famiglia in un interno. Già nel 1967 entrambi i registi avevano collaborato con Silvana Mangano a Le streghe, un film collettivo composto da cinque cortometraggi che il produttore De Laurentiis aveva pensato espressamente per lei. Si diceva che i film, a questa attrice, venissero cuciti addosso.

UNA CARRIERA IMMENSA

Mentre Alberto Sordi la spinge a tentare anche la commedia brillante, gli altri registi che la vogliono nelle loro pellicole sono Vittorio de Sica, Mauro Bolognini e Franco Rossi.

Per ripercorrere la sua carriera artistica (e con tutte le belle cose che ha fatto non è mai uno spreco di tempo) ci sono anche da vedere le produzioni internazionali come quando Silvana Mangano recitò in Ulisse (1954), con Kirk Douglas e Anthony Quinn, o la superproduzione Barabba (1962) di Richard Fleischer, con un cast di stelle di Hollywood e italiane (Anthony Quinn, Katy Jurado, Vittorio Gassman, Ernest Borgnine, Jack Palance), La diga sul Pacifico di René Clement, con Anthony Perkin, il capolavoro Jovanka e le altre di Martin Ritt con Jeanne Moreau e Vera Miles, dove in un atto estremo di professionalità artistica accetta di farsi rasare la testa a zero per esigenze di copione, e Oci ciornie(1987) di Nikita Mijalkov, con il ritrovato Marcello Mastroianni. Una delle sue figlie, Raffaella, ha co-prodotto con suo padre uno degli ultimi film di Silvana Mangano, Dune, diretto da David Lynch nel 1984.

LA MORTE DEL FIGLIO E LA MALATTIA

Intanto, Silvana Mangano si stava isolando sempre di più dal mondo, forse era affetta da depressione, che troppo spesso tormenta gli artisti. Ma soprattutto, nel 1981 la sua famiglia era stata colpita da un grave lutto. Il figlio Federico era morto quell’anno a soli 25 anni in un incidente aereo in Alaska, il dolore aveva dato il colpo di grazia ai rapporti col marito Dino de Laurentiis e i due avevano divorziato.

La stampa, nel 1987, vedendola in un film col suo primo grande amore Marcello Mastroianni auspicava un ritorno di fiamma fra i due che in realtà non c’è mai stato. Silvana, ormai soffocata dal vizio del fumo preso da giovanissima, è sempre più ombrosa e solitaria.

Farà pace col marito solo quando intuirà che le rimane poco tempo da vivere. Morirà infatti di cancro a soli 59 anni, a Madrid, dove viveva una delle sue figlie. Lasciandoci in eredità le bellissime immagini del suo sguardo impenetrabile, sempre vagamente triste, del suo giro vita sottile e delle gambe interminabili. E del suo stile naturale, che ancora oggi è da imitare.

Nel 2000 il Comune di Roma le ha dedicato una strada nel quartiere Vallerano.

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